L’EMENDAMENTO NON S’HA DA FARE
Da troppo tempo assistiamo all’adozione d’urgenza di provvedimenti governativi tampone e riparatori, frutto di una mal gestione della cosa Pubblica. È tempo di cambiare atteggiamento, di assumersi le responsabilità di scelte scellerate che hanno portato i lavoratori del pubblico impiego ad essere considerati un peso e non una risorsa salvo però chiedergli impegni non sostenibili.
Noi intendiamo farlo partendo proprio da qui, vale a dire da un emendamento inserito nel Decreto Milleproroghe presentato con orgoglio e tanta enfasi dal Viceministro Misiani e dai Direttori delle Agenzie fiscali alle OO.SS., un emendamento che, secondo i proponenti, risolverebbe i danni fatti dal precedente accordo che, per memoria, Confintesa FP non aveva sottoscritto.
Dopo i tagli perpetrati negli anni precedenti a danno del Fondo, ci presentano una risoluzione ambigua che, in deroga all’art. 23 comma 2 del decreto legislativo 25 Maggio 2017 n. 75, autorizza l’Agenzia delle Entrate ad utilizzare le risorse del proprio bilancio, per il solo anno 2020, di sei milioni di euro vincolati al pagamento delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità.
Né l’intervento del viceministro Misiani, né la lettura del testo dell’emendamento ci danno chiarezza su quelle che sarebbero le risorse aggiuntive sul FUA (ovvero il Fondo Risorse Decentrato) dal 2021 in avanti.
Leggi e rileggi il dubbio a noi altri – malfidati! – rimane, così come rimane il dubbio sulla prospettiva di questa apparente grazia concessa.
Dopo anni di tagli e blocchi sul FUA e dopo i proclami governativi sulla famigerata lotta alla evasione fiscale, francamente ci si attendeva qualcosa di più.
Sarebbe ora di parlare seriamente di una proposta che riformi il D.lgs. 75/2017 e non solo, dando la giusta attenzione al personale dell’Agenzia nel suo complesso con la lungimiranza che dovrebbe appartenere ad ogni Amministrazione Pubblica. Vogliamo per questo dare voce al personale di questa Agenzia che demotivato, assiste ad una smisurata premialità data a pochi (n.d.r. POER) ed a un’indifferenza verso i molti che ogni giorno tirano la carretta.
Con serietà vanno rivisti ruoli, percorsi professionali, salari e dotazioni organiche.
Allora cosa facciamo? Subiamo, lasciamo andare? No! Uniamoci tutti in unica protesta, guardandoci in faccia e mettendo da parte i personalismi, perché non ci sfugga mai che la nostra esistenza è una delicata missione, tra equilibri molto sensibili, nell’interesse dei lavoratori e della collettività.
Il Segretario Generale
Claudia Ratti